Una giornata dedicata alle identità locali, tra tradizione, formazione e sviluppo
Altomonte, perla culturale del cosentino, ospita oggi un importante incontro dedicato al patrimonio territoriale caratterizzante della Calabria e al ruolo delle congreghe enogastronomiche nella tutela, promozione e rigenerazione dei territori. Un tema che abbraccia pienamente l’identità della regione: un mosaico fatto di biodiversità, saperi antichi, comunità, paesaggi e soprattutto di un patrimonio enogastronomico unico, autentico, profondamente radicato nella storia delle nostre comunità.
L’evento, organizzato dalla famiglia Barbieri, e sotto la supervisione di Enzo Barbieri, vede impegnato in prima persona il priore della Congrega dei Zafarani Cruschi, Michele Barbieri e riunisce le principali congreghe enogastronomiche calabresi:
– la Confraternita della Frittola calabrese “la Quadara”,
– la Confraternita dei Zafarani Cruschi del Pollino,
– la Confraternita della Pignata,
– la Confraternita del Baccalà di Cosenza,
– la Confraternita del Bergamotto e del cibo di Reggio Calabria,
– l’ultima nata, la Confraternita delle “Shtridhëlat” a Lungro,
– insieme all’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria.
Tutte realtà che afferiscono alla FICE – Federazione Italiana Circoli Enogastronomici, rappresentata dal suo presidente Marco Porzio.
Le congreghe: custodi di identità e motori di sviluppo
Queste congreghe non sono semplici sodalizi enogastronomici: sono presìdi culturali che custodiscono saperi, tecniche, ricette, ma soprattutto una visione condivisa.
Raccontano i territori attraverso i prodotti e le filiere – la quadara, i peperoni cruschi, il baccalà, il bergamotto, la cucina di pignata – valorizzando un patrimonio che non è solo culinario ma sociale e paesaggistico.
Il loro ruolo è attivo e strategico:
– promuovono i territori e le loro eccellenze,
– generano comunità,
– preservano tradizioni altrimenti destinate a scomparire,
– dialogano con il turismo e con le imprese,
– alimentano un immaginario collettivo che rafforza l’identità calabrese.
Sono, in sostanza, una forma moderna di “governance culturale dal basso”, capace di contribuire allo sviluppo locale e di trasmettere ai giovani il valore del patrimonio enogastronomico.
La formazione come motore di futuro: la presenza dell’ITS Iridea Academy
A testimoniare la centralità della formazione, è presente all’iniziativa anche la rappresentanza dell’ITS Iridea Academy, Agroalimentare del Mediterraneo, del quale è presidente la prof.ssa Felicita Cinnante, il coordinatore didattico Giorgio Durante, presente all’evento nella sua veste di Presidente dell’Accademia delle Tradizioni enogastronomiche di Calabria.
La missione dell’ITS Academy è perfettamente coerente con il tema della giornata: formare giovani professionisti capaci di trasformare il patrimonio territoriale – naturale, culturale ed enogastronomico – in sviluppo sostenibile, lavoro qualificato e innovazione.
Con cinque percorsi formativi attivi nelle diverse province calabresi, l’ITS Iridea Academy sta creando nuove competenze in settori strategici come agroalimentare, agritech, trasformazione 4.0, marketing territoriale e valorizzazione delle identità locali.
È un’azione che punta a trattenere i giovani in Calabria, generando valore nei luoghi e non altrove.
Patrimonio territoriale ed enogastronomia: la forza di una Calabria che si racconta
Il confronto di Altomonte mette in luce una verità semplice e potente: il patrimonio territoriale caratterizzante della Calabria è un sistema integrato di natura, cultura, agroalimentare, paesaggio, saperi e comunità.
Dentro questo sistema, il patrimonio enogastronomico gioca un ruolo decisivo: è la chiave narrativa attraverso cui il territorio si racconta, si riconosce e si promuove.
Le congreghe, la FICE, l’Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria, il mondo produttivo e la formazione ITS Academy Iridea rappresentano un’unica filiera culturale.
Una filiera che custodisce il passato, vive il presente e costruisce il futuro.
Altomonte, oggi, ne è la sintesi perfetta.

