L’orizzonte della Bontà e della Bellezza

Editoriale del Direttore Responsabile

L’orizzonte della Bontà e della Bellezza

Il fraterno amico Giorgio (direttore editoriale ed editore di questa testata) è persona davvero atipica, scevra da ogni formalismo e chi scrive lo segue volentieri anche nell’atipicità che caratterizza pure il suo fare contadino in astratto e in metafora: perennemente in semina di nuove idee, per dare sfogo alla sua grande passione che è la terra. E il cibo. Inevitabile, ogni tanto, non riuscire a stare al suo passo; per questo motivo chiedo scusa a Lettrici e Lettori, per il ritardo dell’editoriale. Inevitabile, inoltre, che questo suo progetto avesse un nome diverso, malgrado l’esistenza di tanti omonimi. La pluralità di iniziative che portano la medesima sigla la dice lunga sull’interesse, ormai globale, che va sempre più assumendo l’importanza di quello che mangiamo, atto ultimo, parafrasando Wendell Berry – letterato, critico, poeta ma anche contadino, ecologista e pacifista americano – di un complesso sistema di azioni che cominciano con la semina, continuano con la coltivazione e la raccolta e finiscono a tavola, nel piatto che ogni giorno ci sostenta e ci permette di continuare, materialmente e fisicamente, ma non solo, la nostra esistenza.

Da questo punto di vista, la Calabria, autentico cuore mediterraneo, ha davvero tanto da dire: per la sua storia di penisola che si protende come propaggine europea tra Africa e Medioriente; per la sua geografia che ha generato una varietà di ambienti incredibile e difficile da riscontrare altrove; per la sua cultura, o culture, che dalla terra, dal mare, dalla montagna traggono humus diversi ma legati tra loro dal comune denominatore della Natura; rigogliosa e selvaggia; feconda e generosa.

Da figlia e nipote di contadini, accolgo con gratitudine e riconoscenza, con passione ed entusiasmo l’opportunità di poter dire e scrivere, letteralmente e metaforicamente della terra di Calabria, da troppo tempo oggetto mediatico di scandali e brutture, di mala politica-sanità-società, che troppo spesso campeggiano in prima pagina. Credo sia tempo di trattare con altrettanta dovizia di particolari, con altrettanta enfasi, vorrei dire – se ciò non fosse contrario alla regola di un buon giornalismo – e altrettanti titoloni da sei colonne in prima pagina quello che di bello e di buono sta accadendo da qualche anno: giovani imprenditori che prendono in mano le aziende di famiglia; giovani contadini di ritorno che si lanciano in sfide al limite dell’agricoltura (e non solo quella) eroica; giovani, semplicemente, che si industriano e vivono con fatica la loro quotidianità di professionisti liberi e onesti, intellettualmente e giudiziariamente, per non lasciare la propria terra in mano ai denigratori capaci solo di distruggere e ai mestieranti della politicanza.

Abbiamo tanto da raccontare e dunque ringrazio fin da ora chiunque vorrà offrire il suo contributo per questa causa. È tempo anche che le energie positive, un cauto ottimismo, sogni e speranze comincino a nutrire il quotidiano del qui e ora proiettato e declinato al futuro. Da diverso tempo coltivo la ferma convinzione che ostinarsi a voler vedere solo Bellezza, non significa voler ignorare l’esistenza del brutto, ma scegliere dove posare lo sguardo. E cosa di meglio, allora, come orizzonte, che la Bontà e la Bellezza?

Adele Filice