Archeogastronomia, il passo tra il laboratorio scientifico e la cucina è brevissimo.

È stato presentato a Cosenza, sabato 2 aprile, in prima nazionale alla casa della musica di Cosenza la seconda fatica letteraria del prof. Arnaldo Caruso, cosentino doc, fratello del sindaco Franz, scienziato di livello internazionale, ordinario di microbiologia all’Università di Brescia, presidente della società italiana di virologia, dirige il laboratorio dove sono state isolate le maggiori varianti del coronavirus.
Dopo i saluti del padrone di casa, il direttore del Conservatorio di Cosenza Francesco Perri, Elena Pistilli, Presidente Fidapa Cosenza e organizzatrice dell’evento, ha ricordato la particolarità del professore Caruso, che alla sua professione affianca la passione di antichità e archeologia e che ha dato alle stampe Il gusto perduto, storie e ricette dei popoli antichi, un viaggio nell’archeogastronomia, Academ editore, con la prefazione di Bruno Gambacorta storica voce della rubrica Eat parade del TG2.
Il Sindaco ha sottolineato l’orgoglio di godere di cotanto fratello, mentre Antonietta Cozza delegata alla cultura del Comune di Cosenza, ha introdotto la discussione lasciando a Roberto Messina, giornalista e direttore della Academ editore che pubblica il libro, il compito di stimolare il professore Caruso sui contenuti del libro.
L’autore ha spiegato come il ritrovamento qualche decina di anni fa di antiche tavole con la descrizione di alcune preparazioni è stato lo stimolo per approfondire i tanti argomenti narrati del libro, ha ricordato alla platea come il passaggio dalla caccia alla pentola abbia rappresentato il passaggio di testimone tra l’uomo e la donna nella cura della cucina. Ha ricordato come nella grande Sibari che contava 300.000 abitanti si riunivano grandi cuochi per deliziare i sibariti… altro che masterchef. Non si ritrovano ricette, ma solo elenchi di ingredienti a testimoniare della segretezza delle preparazioni e della gelosia dei cuochi a diffondere i trucchi delle preparazioni.
Nella Magna Grecia il professore sottolinea come i risultati degli atleti nelle olimpiadi erano frutto anche di un’alimentazione ricca di proteine per il rafforzamento della muscolatura.
Pitagora, invece ricorda Caruso è il primo cultore della dieta vegetariana perché i vegetali aiutano la mente nel pensiero matematico e filosofico. Cenno anche alla longevità che il professore associa oltre che ad una sana alimentazione anche ai caratteri genetici di alcune popolazioni. Curiosità, aneddoti, racconti sull’evoluzione dei cibi, sulla scomparsa di tante erbe e animali selvatici che non permettono di ricostruire i sapori dell’antichità, ma che permettono ad appassionati come lui, in un esercizio di grande creatività di ricostruire con gli ingredienti oggi a disposizione, ricette che fanno sognare a occhi chiusi sapori, odori e profumi. La presentazione è stata allietata dalle note di un trio di violini e pianoforte. Nel concludere la serata, prima della degustazione di un antico dolce egiziano, “Le spirali di Ramses III”, preparati dai giovani della Cooperativa “Volando oltre”, innaffiati dal rosato “Latronikos”, offerto dalla cantina Feudo della Sagitta di Antonio Toscano di Spezzano Albanese, Rosario Branda, in veste di delegato dell’Accademia della Cucina di Cosenza, ha sottolineato come nell’esercizio di sperimentazione gastronomica, il professore Caruso sia stato avvantaggiato dalle sue conoscenze scientifiche e in particolare sulla reazione chimica nell’elaborazione dei cibi per esaltare le sue preparazioni a conferma di come il passaggio tra il laboratorio e la cucina sia realmente brevissimo.
Andrea Vulpitta