FOOD&SCIENCE FESTIVAL 2023: BIAS COGNITIVI E SCELTE ALIMENTARI

di Marilia Argentino

 

Non è la Zebra è un progetto di divulgazione scientifica che si occupa di scienze comportamentali e processi decisionali. È gestito e curato da Lorenzo Gagliardi (PhD candidate dell’Università degli Studi dell’Insubria) e da Greta Durante (giornalista pubblicista e neolaureata presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia). Lo scopo del progetto è far riflettere il pubblico di Instagram sulle trappole del pensiero e sui bias cognitivi di cui spesso si cade vittima nella formulazione di giudizi, previsioni o decisioni. La missione di Non è la Zebra è quella di rendere pop temi socialmente rilevanti, finora rimasti relegati nei manuali di scienze cognitive, senza mai rinunciare alla scientificità dei contenuti. Il motto a cui si ispira il progetto è: “Se senti rumore di zoccoli, pensa al cavallo, non alla zebra”.

In occasione del Food & Science Festival, svoltosi  lo scorso 20 maggio a Mantova, i due studiosi hanno affrontato il tema, purtroppo sottovalutato, dei “complotti a tavola”, ovvero di come i bias cognitivi influenzano le nostre scelte alimentari.
Molti alimenti hanno una reputazione, a volte in seguito ribaltata, nata da medicine antiche, credenze più o meno scientifiche, ma anche pubblicità storiche, che hanno creato l’identità della cultura e l’alimentazione degli italiani. Ma quanto c’è di fondato? Nella storia dell’alimentazione incontriamo spesso alimenti e bevande consigliati dalle fonti più svariate, dalle indicazioni dei professionisti della salute ai messaggi commerciali conditi di un pomposo linguaggio medico, in quanto in grado di migliorare il nostro stato di salute o, ancora di più, di guarire alcune patologie. Altri, al contrario, sono stati spesso indicati come indiscutibili pericoli da evitare. Per uno strano meccanismo cognitivo siamo più propensi ad accettare o eliminare un alimento o una bevanda se possiamo sostenerlo con un suo presunto effetto sulla salute, piuttosto che riconoscere che mangiamo quel che mangiamo e beviamo quel che beviamo solo perché ci piacciono e ci nutrono. Salvo poi scoprire che talvolta questi “supporti culturali” sono più che altro fumo e poco arrosto.