L’Accademia delle Tradizioni enogastronomiche di Calabria, ente di promozione della cultura enogastronomica riconosciuto dalla Regione, accoglie con grande soddisfazione la notizia che con deliberazione adottata nella seduta di lunedì 28 settembre, la giunta regionale, su proposta dell’assessore all’agricoltura Gianluca Gallo – l’articolato fissa le norme per dar vita anche in Calabria, ai Distretti del cibo. La legge Nazionale del 2017 aveva individuato una modalità per organizzare e sostenere i sistemi produttivi agricoli ed agroalimentari locali e promuovere, allo stesso tempo, lo sviluppo delle comunità delle aree rurali, attraverso la tutela della loro identità storica e culturale. L’Accademia, nella persona del suo Presidente Giorgio Durante da subito si è adoperata insieme ad altri perché la norma fosse recepita a livello Regionale. Uno sforzo che pareva potesse dare i suoi frutti già nello scorcio finale della precedente legislatura, è stato invece necessario qualche altro mese. Giusto il tempo perché il nuovo governo regionale e soprattutto l’Assessore Gianluca Gallo comprendessero l’importanza dello strumento distrettuale, sono un paio di anni infatti che un gruppo di lavoro composto dal presidente regionale di Acli Terra Calabria, Pino Campisi, dell’esperto di comunicazione pubblica e marketing territoriale, Valerio Caparelli, e dell’esperto di sviluppo locale, Cosimo Cuomo, accompagnano e promuovono questa nuova idea di sviluppo in tutte le province calabresi, costruendo il tessuto relazionale, partenariale e culturale che ha portato a questo importante risultato, strategico per l’impresa e per l’occupazione, a tutti gli incontri è stato costantemente presente l’Assessore al ramo e il suo direttore generale Giacomo Giovinazzo. Con il provvedimento licenziato dal Governo regionale, nel solco di quanto definito in particolare nell’ultimo biennio dalla legislazione di settore, si individuano e fissano finalità e tipologie dei Distretti del Cibo, requisiti tecnici e procedure per il loro riconoscimento, ma pure i controlli necessari a verificare il mantenimento dei requisiti e, certo non ultimo, l’iter per l’istituzione del tavolo di coordinamento regionale dei Distretti, con funzioni di indirizzo, orientamento strategico e supporto alle attività di monitoraggio e valutazione degli impatti.
“Sin dall’insediamento della Giunta – afferma l’Assessore Gallo – abbiamo raccolto, nella costante interlocuzione con il territorio, gli agricoltori, le organizzazioni di categoria, gli enti camerali e gli imprenditori agroalimentari, sollecitazioni e proposte volte a far sì che anche alla Calabria, al pari di altre regioni d’Italia, definisse le modalità utili a giungere al riconoscimento dei Distretti, quale strumento ormai indispensabile per la governance dei sistemi rurali, ai fini della tutela e valorizzazione delle progettazioni integrate del territorio distrettuale”. Finalmente, commenta il Presidente dell’Accademia Giorgio Durante, la Regione, grazie alla sensibilità ed all’attenzione dimostrata dell’Assessore Gallo si accorge che un nuovo modello di sviluppo del territorio può esistere, su questo modello l’Accademia lavora da anni, con le scarse risorse che ha a disposizione animando eventi e territori, partendo con attività che coinvolgono gli studenti delle scuole di diverso ordine e grado e supportando enti territoriali sensibili al tema dello sviluppo integrato.
Obiettivi raggiunti e altri che l’Accademia sta perseguendo e che vuole raggiungere, affinché il lembo estremo della penisola italiana non sia luogo di passaggio, ma terra che sa finalmente esprimere tutto il suo complesso carattere – selvatico, solare, affascinante, ma anche colto, austero, a tratti mistico – e lo porge al turista come un caloroso e sorridente Benvenuto.
Grazie alla nostra attività, dice il Presidente, si puntano i riflettori su un ricco patrimonio agroalimentare ed enogastronomico, un mondo a nostro parere trainante e coinvolgente, per uno sviluppo integrato e sostenibile della Calabria, che oggi ha uno strumento in più.
Non solo e non tanto perché anche il turista ha un palato da soddisfare, quanto per i sedimenti storici, per le sopravvivenze culturali, per le specificità ambientali e geografiche che sono parte integrante della tavola calabrese.
Se l’uomo, come affermava Feuerbach, è ciò che mangia, non v’è dubbio che mangiare calabrese vuol dire cibarsi di buona cultura, sapida storia e sana tradizione, gli ingredienti ci sono tutti, ma vanno solo messi a sistema, conclude Durante.