Nicola Tavoletta, Acli Terra ritorna sui territori, per favorire l’economia agricola e l’occupazione per giovani imprenditori.

Acli Terra subito dopo la sua elezione a presidente ritorna sui territori. Abbraccia le tematiche del settore primario, a partire dalla crisi sul grano, la zootecnia, la pesca…diremmo che Acli Terra sostanzialmente ritorna ai suoi compiti storici da svolgere, per favorire l’economia agricola e l’occupazione per giovani imprenditori.

Abbiamo ricevuto un chiaro mandato dal Congresso e in Comitato Nazionale nel lavorare su due missioni originarie della nostra Organizzazione: la rappresentatività dei diritti e la tutela dei rischi degli agricoltori, degli allevatori e dei pescatori. Ci siamo messi subito in cammino con responsabilità ed entusiasmo. La marcia ha trovato subito una salita con la “crisi Ucraina” e la “speculazione energetica”. Siamo stati i primi a proporre la eliminazione delle quote che limitano le colture e tra i più chiari a interpretare il caro carburante come una pura speculazione. Stiamo sostenendo fortemente la necessità di un tetto europeo ai costi energetici, come misura sociale ed economica. Ora a Bruxelles se ne sta discutendo seriamente.

Il PNRR pone, in ambito agricolo, due punti forti e strategici: sviluppo di una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando le prestazioni ambientali e competitività delle aziende agricole, l’innovazione e la meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare. Su questi punti qual’é la programmazione di Acli Terra?

La lettura della nostra sostenibilità ambientale si declina contemporaneamente con una sostenibilità economica dell’agricoltura e della pesca. Oltre alla meccanizzazione siamo attenti alla digitalizzazione. L’agricoltura di precisione è fondamentale contro gli sprechi delle risorse e le aste elettroniche aumentano la redditività dei pescatori accorciando la filiera.

Il progetto Green Communities sostiene lo sviluppo sostenibile e resiliente…nei territori rurali e di montagna. Qui quali le nostre scelte?

Iniziamo con tre proposte. Uno smart working spinto che porti le lavoratrici e i lavoratori a vivere i borghi, favorendo le politiche familiari. Tante giovani coppie si trasferirebbero nelle realtà rurali innescando meccanismi economici su quei territori. Per il turismo libertà di impresa, poche regole, perché la creatività sia il maggior capitale per costruire soluzioni territoriali innovative.  Poi una impegno delle regioni a sostegno delle Cooperative di comunità per mantenere i servizi territoriali, garantendo la “famosa” sostenibilità economica.

Cosa propone Acli Terra per la rinascita delle aree interne, per ripopolare questi luoghi di straordinaria e antica tradizione rurale ed enogastronomica.

Credo che con la precedente risposta abbia risposto anche alla quarta domanda, ma rafforzo il concetto. Se diamo vigore ai piccoli borghi con un ritorno di convenienza delle giovani coppie sa cosa si creano? Delle forti identità di comunità …e sa quale è la estensione della identità? La creatività. Liberiamo la creatività e saremo ricchi.

Credo che Acli Terra dovrebbe sostenere le microfiliere comunali e regionali su produzioni tipiche. Cosa ne pensa?

Assolutamente si. Attenzione sempre alla sostenibilità economica, perché, se no, diventano testimonianze. Queste ultime hanno un valore scientifico e culturale, quindi gestite non economicamente.

Possiamo ipotizzare anche un altro impegno: integrare agricoltura, aree interne e turismo esperenziale.

Batto sulla creatività come strumento di progettazione per diverse forme di turismo sui territori. Noi però dobbiamo essere in grado di creare armonia tra le proposte e farne programmazione, evidenziando una offerta turistica comprensoriale. Questo è il nostro compito.

Presidente Tavoletta a quando una conferenza nazionale programmatica di Acli Terra. La crisi del settore oggi è diventata vicina all’emergenza. Occorrono nuove soluzioni e nuove prospettive. Costruirle in una nuova visone è il compito di una associazione professionale agricola.

Abbiamo appena celebrato il Congresso, ora affrontiamo i temi e viaggiamo sui territori e tra le donne e gli uomini che li animano, poi raccogliamo tutto e con una libera riflessione della nostra classe dirigente proviamo a prospettare una visione comune. Sicuramente abbiamo già degli elementi per delineare la nostra prospettiva comune e sono: sicurezza della stabilità lavorativa, sostenibilità economica e ambientale, sviluppo tecnologico, una centralità della cultura della filiera del cibo attraverso la formazione umanistica e professionale. Tutto ciò si muove solamente con la forza della nostra identità culturale e spirituale di cristiani impegnati socialmente e politicamente.